Proseguiamo la serie Interviste Inclusive con Michele Pipia, fondatore e curatore di Rainbook Festival, il primo festival LGBTQIA+ in Italia dedicato alla letteratura e a tutti coloro che amano la lettura e lottano contro l’intolleranza e l’omofobia.
La storia di Rainbook Festival
Michele, raccontaci come nasce l’idea di Rainbook Festival
Rainbook nasce da un’idea di Giovanni Follesa (mio co direttore artistico, giornalista, scrittore e docente dell’Accademia delle Belle Arti di Milano) che mi ha proposto di partecipare al Bando Festival Letterari della Regione di Sardegna proponendo qualcosa a tematica.
Io gli ho risposto sarcasticamente “ma non avevi altro di meglio da propormi? Cioè, vuoi che organizzi un Festival?”
Ed è andata a finire che ho accettato, abbiamo vinto al bando e oggi, per colpa sua, siamo giunti alla terza edizione di Rainbook!

Quali sono le principali tematiche e focus del festival?
Abbiamo voluto concentrarci sulla letteratura di genere, proponendo ciò che l’editoria italiana spesso propone tra mille difficoltà.
Abbiamo, fin da subito, trovato piena disponibilità da parte di tutte le case editrici, anche se alcune volte è difficile far capire a chi scrive un libro che non si vende da solo se non ti muovi in prima persona con la promozione.
Autori e tematiche del festival
Come selezionate gli autori e gli eventi da includere?
Rainbook propone oltre 30 presentazioni di libri diluite in sei mesi circa e in diversi comuni della Sardegna.
Facciamo una prima selezione vedendo quali libri sono usciti e che tematiche propongono, poi valutiamo come incastrarli cercando di garantire parità di tematica, genere e anche trovando la giusta chimica tra autorə e pubblico.

Come Rainbook Festival contribuisce alla visibilità e rappresentazione della community LGBTQIA+ nella letteratura e nell’editoria?
Anche se siamo solo alla terza edizione, abbiamo già stabilito ottimi rapporti con le case editrici e, in molti casi, gli siamo anche d’aiuto per la promozione di libri che, diversamente, starebbero nei magazzini senza alcuna visibilità.
Dare visibilità e un palco a chi potrebbe non averlo è molto importante per noi. Cosa che fino a una decina di anni fa era impensabile, per numero di libri pubblicati e per carenza di spazi dove promuoverli.
Rainbook Festival 2024
Ci saranno novità o sorprese speciali al Rainbook Festival 2024?
Si, due in particolare.
Avremo una giornata dedicata ad autori internazionali che proporranno il loro libro (pubblicato in Italia) in lingua originale e senza alcuna traduzione. A presentarli ci saranno gli organizzatori dei festival letterari LGBTQIA+ della loro nazione.
Abbiamo dato vita alla Rete Europea dei Festival letterari LGBTQ+ insieme agli amici di Lione, Colonia e Madrid/Londra e con loro avvieremo una serie di iniziative comuni. Una delle tante che abbiamo pensato è proprio questa; dare modo di conoscere in lingua originale un libro o un’autrice così come spesso facciamo con o film.
Ci avvarremo della collaborazione dell’Università di Cagliari con la quale stiamo portando avanti diverse iniziative, alcune dedicate agli studenti di letterature straniere.
La seconda novità è dedicata all’ ambiente.
Abbiamo deciso di piantare, nei Comuni partner di Rainbook, un albero per ogni copia dei libri venduti durante le presentazioni.
Contiamo di riuscire ad investire sul binomio cultura-ambiente e di creare il primo Bosco Diffuso d’Italia. Siamo gia al lavoro con le amministrazioni per capire quali spazi piantumare e con quali tipi di alberi.

Come affrontate le sfide legate alla programmazione di un festival LGBTQ in Italia?
Con molta sfrontatezza per alcuni libri che proponiamo e con molta fiducia per il pubblico che abbiamo. In breve tempo siamo riusciti a creare un pubblico curioso e attento che segue le presentazioni e partecipa in maniera attiva. Il risultato migliore lo abbiamo con gli autori e le autrici creando un ottimo rapporto e sapendo che vorranno tornare sempre.
Parliamo del concorso letterario “Rainbook”
Nel 2024 Rainbook Festival ha indetto la prima edizione del concorso letterario “Rainbook” dedicato a Laura Grasso, storica attivista della comunità LGBTQIA+.
Il concorso si propone di celebrare la diversità attraverso la scrittura, offrendo una piattaforma per stimolare la creatività e promuovere la consapevolezza.
Michele raccontaci di questa iniziativa!
Abbiamo deciso di creare un Premio Letterario per ricordare la “mamma” della Comunità LGBTQIA+ isolana. Laura Grasso ha fatto attivismo quando a Cagliari, e in Italia, c’erano ben poche realtà associative ed era pericoloso esporsi.
Lei lo ha fatto con la determinazione di un bulldozer andando contro tutto e tutti, imponendo nella società la presenza di una Comunità frocia e lesbica, senza dover chiedere il permesso a nessuno.
Era importante darle il giusto riconoscimento, probabilmente oggi non ci sarebbe nemmeno Rainbook quest’oggi.
Il premio è aperto a libri editi e inediti a tematica LGBTQIA+, per i libri editi devono essere stati pubblicati al massimo entro gli ultimi due anni. Narrativa e saggistica i due filoni richiesti.
Per i libri editi ci sarà un premio di €500, per i libri inediti ci sarà un contratto per la pubblicazione con la Casa Editrice Janus e la possibilità di presentazione nell’ edizione 2025 di Rainbook.
Come vengono selezionati i vincitori?
Non appena sarà terminato il periodo di iscrizione delle opere, renderemo pubblica la Giuria che avrà il compito di selezionare il vincitore per gli inediti e i quattro finalisti delle opere edite.
Vincitori e finalisti saranno ospiti alla cerimonia di premiazione.
Per maggiori informazioni sul concorso letterario visita il sito Rainbook

Quali sono i piani futuri per Rainbook Festival e come prevedete di continuare a crescere ed evolvervi?
Riuscire a fare un festival è un obiettivo importante, riuscire a portarlo avanti nelle successive edizioni lo è ancor di più, per carenza di fondi e per le numerose energie necessarie in termini di persone che devono curare tutti gli aspetti.
Siamo pronti però ad affrontare le sfide future e a far crescere ancora di più Rainbook valutando accorgimenti per far crescere la visibilità del Festival e renderlo sempre più fruibile dal pubblico.
Ovviamente la colpa di tutto, nel ben e nel male, è di Giovanni Follesa!