Carriera alias in Italia e futuro per gli studenti transgender: intervista a Samuele Appignanesi

Abbiamo intervistato Samuele Appignanesi, studente dell’Università Bocconi di Milano e presidente dell’associazione Bocconi Equal Students

Cos’è la carriera alias e come funziona

La carriera alias, o identità alias, è un’opzione che consente alle persone transgender di registrarsi in un ente, un’azienda o una scuola, con il nome che corrisponde alla loro identità di genere, anche se è diverso da quello anagrafico. Questa opzione ha validità solo all’interno dell’ente o dell’organizzazione in cui viene utilizzata.

All’interno delle università, la carriera alias prevede l’assegnazione di un’identità provvisoria che resta attiva per tutta la durata della carriera studentesca, o fino all’emissione della sentenza di cambio di genere qualora avvenga durante il periodo di studi.

Per richiedere l’attivazione di una carriera alias, gli studenti devono presentare una domanda all’ufficio competente dell’università. Una volta approvata la domanda, l’università provvede a modificare i dati anagrafici relativi ai richiedenti nei propri sistemi informatici. In particolare, il nome e il genere anagrafici vengono sostituiti dal nome e dal genere di elezione e non sarà possibile risalire al nome anagrafico.

Tale procedura consente agli studenti di vivere la propria identità di genere in modo autentico e rispettoso all’interno dell’ambiente universitario.

La carriera alias in Italia

In Italia, la carriera alias è stata introdotta per la prima volta nel 2017 dall’Università di Bologna.

Dati e statistiche sulle carriere alias in Italia – 2023

Secondo i dati di AGEDO Nazionale, al 7 novembre 2023, sono 288 le scuole italiane che hanno implementato la carriera alias. Di queste, 160 sono statali, 128 paritarie e 0 comunali.

Le regioni con il maggior numero di scuole che offrono la carriera alias sono:

  • Lazio (44 scuole)
  • Lombardia (34 scuole)
  • Emilia-Romagna (32 scuole)
  • Toscana (28 scuole)
  • Piemonte (26 scuole)

Per quanto riguarda le università, sono 96 le università italiane che offrono la carriera alias. Di queste, 68 sono statali, 28 private e 0 telematiche.

Le regioni con il maggior numero di università che offrono la carriera alias sono:

  • Lombardia (17 università)
  • Emilia-Romagna (15 università)
  • Lazio (13 università)
  • Toscana (12 università)
  • Piemonte (11 università).

Qui l’elenco completo degli istituti italiani che prevedono la carriera alias.

Carriera Alias Universita Bocconi di MIlano

Intervista a Samuele Appignanesi

Parliamo ora con Samuele Appignanesi, studente dell’Università Bocconi di Milano e presidente di B.E.St. – Bocconi Equal Students, associazione studentesca che si impegna nella sensibilizzazione su uguaglianza di genere, diritti LGBTQIA+ e disabilità.

Samuele, sappiamo che sei stato un pioniere all’interno dell’Università Bocconi per ottenere l’attivazione delle carriere alias. Ci racconti come hai vissuto il processo di approvazione di questo importante strumento? Quali sono state le sfide che hai dovuto affrontare?

Quando per la prima volta ho contattato l’università riguardo alla Carriera Alias, c’era già un progetto, ma non era ancora stato approvato e quindi neppure attuato. I miei professori in quella fase hanno ricevuto una mail in cui veniva loro chiesto di riferirsi a me come Samuele e la maggior parte lo hanno fatto.

Onestamente in questi primi mesi ero molto scettico riguardo alla possibilità di poter davvero ottenere l’alias; un po’ perché sono pessimista in generale, ma anche perché vengo da una parte d’Italia molto chiusa mentalmente e non sono abituato a degli istituti scolastici che hanno davvero a cuore il benessere delle persone queer. Quando mi è stato detto che c’era stata l’approvazione ufficiale e ho potuto avere il tesserino universitario con il mio vero nome mi è sembrato un sogno.

Ho avuto la fortuna di avere un’esperienza molto positiva con la carriera alias, sia con i docenti che con i miei colleghi. La maggior parte delle persone con cui ho interagito e interagisco in università non ha nessun problema a comprendere che Samuele è il nome con cui chiamarmi.

Purtroppo, però, ci sono anche state delle persone che hanno cercato di rendere più difficile la mia situazione. In particolare, c’è stata una ragazza che, per quasi un anno, mi ha insultato ad ogni occasione e minacciato di violenze fisiche. Non credo che poi lo abbia inviata davvero, ma aveva anche preparato un messaggio per l’università in cui criticava l’approvazione del regolamento alias e spingeva perché fosse interrotto.

Samuele Appignanesi studente dellUniversità Bocconi di Milano e presidente dellassociazione Bocconi Equal Students

Come hai affrontato la burocrazia legata alla carriera alias? Hai ricevuto supporto dall’università o da altre organizzazioni?

Il regolamento alias della mia università prevede l’assegnazione di un tutor, che è un po’ un punto di riferimento per chi fa uso di questo strumento. Questa figura è veramente essenziale, posso rivolgerle ogni dubbio che ho riguardo agli aspetti burocratici oltre che problemi nella vita universitaria.

Avendo ricevuto la carriera alias nell’istante in cui è stata approvata, ho sentito molto il fatto che non ci fossero dei precedenti. Ora sento di poter essere un po’ un punto di riferimento per chi vuole intraprendere lo stesso percorso nella mia università.

Cosa consiglieresti agli studenti desiderosi di intraprendere una carriera alias all’interno di un’istituzione scolastica che ancora non lo prevede?

Prima di contattare direttamente l’università, consiglio di parlare con le associazioni di rappresentanza e le associazioni LGBTQ+ dell’università, per capire se c’è già una proposta. Se non ci fosse, sarebbe utile avere i rappresentanti dalla propria parte nel richiederla.

Più l’università percepisce che la richiesta è condivisa dalla comunità studentesca, più è probabile che decidano di attivarsi in merito. Però prima di esporsi, è meglio cercare di capire quanto aperta sia la propria università. Una volta che la persona è associata alla comunità transgender, si crea il rischio che sia vittima di attacchi non solo da parte di altri studenti, ma anche dei professori.

Sappiamo che ti sei battuto attivamente per protestare contro la mozione contro la carriera alias nelle scuole presentata da Fratelli d’Italia. È cambiato qualcosa da allora?

Per fortuna abbiamo vinto quella battaglia e la mozione è stata bocciata, permettendo alle scuole superiori di mantenere i regolamenti alias. È stato un momento davvero importante, anche perché non sarebbe stato possibile se non ci fossero stati alcuni consiglieri di destra che hanno comunque deciso di votare contro. Il fatto che il senso di umanità ha vinto sulla lotta politica è davvero significativo.

Parlando sempre di battaglie e impegno sociale, sappiamo che sei molto attivo non solo all’interno di B.E.St. – Bocconi Equal Students, ma anche come candidato al consiglio nazionale degli universitari.

Cosa motiva le tue battaglie e quali cambiamenti vorresti vedere in futuro all’interno delle Università e delle scuole?

Il mio obiettivo è cercare di essere una voce per la comunità LGBTQ+, specialmente quella trans*, in ambienti in cui normalmente questa rappresentanza manca. Mi succede continuamente di essere l’unica persona transgender in un gruppo, una riunione o un’attività. Non è una posizione facile, ma ho visto che ha degli effetti davvero positivi, l’interazione con una persona che davvero soffre a causa di alcune dinamiche porta le persone a comprenderle molto più profondamente e le rende più attente nelle loro azioni.

Spero di poter vedere un giorno una carriera alias standardizzata valida per tutte le università e magari una anche per le scuole medie e superiori. Anche nelle università in cui è presente, infatti, spesso è resa estremamente complessa per chi la richiede.

Avere un procedimento unico, sviluppato a livello nazionale sentendo le associazioni trans*, garantirebbe che tutte le persone transgender di tutti gli istituti del nostro paese possano avere accesso alle stesse tutele

C’è una cosa che hai contribuito a istituire di cui sei particolarmente fiero?

Oltre alla carriera alias in sé, è stato davvero speciale vedere la mia università creare dei bagni gender neutral.

Avevo avuto dei problemi con i bagni divisi per genere, dato che ricevevo commenti e occhiate sia nei bagni per uomini che in quelli per donne. A un certo punto la situazione era così pesante che avevo smesso del tutto di utilizzare i bagni universitari, una soluzione decisamente non sostenibile. Dopo aver parlato di questo problema con la mia tutor, nel giro di qualche mese sono stati creati dei bagni all-gender o gender neutral in quasi ogni edificio del nostro campus.

È davvero speciale sapere che ho aiutato a rendere la mia università un posto più sicuro e accogliente.

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